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Programma di Unita' per la Costituzione

Pubblichiamo. qui si
seguito, il programma di Unicost per le elezione del Consiglio
Superiore della Magistratura 2018 che sarà
condiviso ed approvato in occasione del prossimo congresso di
Viterbo.
PREAMBOLO
Il CSM che vogliamo
incarnare è quello che intende le proprie prerogative
costituzionali come strumenti messi al servizio soltanto della
giurisdizione e, in particolare, di quel modello di giurisdizione
che ha disegnato il Costituente, inteso a tutelare i diritti
fondamentali dei cittadini.
Un Consiglio consapevole della
responsabilità delle sue scelte e dell'impatto che esse hanno sulla
vita dei magistrati, ma anche sulla vita della generalità dei
cittadini.
Il nuovo CSM non dovrà limitarsi
ad elaborare criteri leggibili e trasparenti per la disciplina
della propria attività, attraverso una risposta meramente
meccanicistica alle istanze di quella magistratura giustamente
delusa dal modello carrieristico da troppe parti invocato e
praticato; dovrà, invece, rendersi protagonista di un recupero di
eticità nei procedimenti decisionali, che possa condurre
innanzitutto a raggiungere un valore assolutamente primario
dell'autogoverno: quello della prevedibilità delle decisioni
consiliari.
Occorre tirar via l'organo
consiliare dalle secche delle logiche di appartenenza, per
traghettarlo verso un recupero di dignità della sua funzione e, per
essa, della funzione giudiziaria.
Come per il magistrato che
esercita la giurisdizione il rispetto di principi deontologici
rigorosi, prima ancora che disciplinari, è una contropartita
naturale dei poteri di cui esso dispone nella società
contemporanea, così il rispetto di un livello comune di eticità dei
comportamenti esprime la capacità del Consiglio stesso di
riflettere verso l'esterno la sua alta funzione. Soltanto
attraverso tale percorso si potrà evi-tare di condurre l'organo di
autogoverno ad un'applicazione meccanica di criteri automatici,
spesso inadeguati, privilegiando invece il vero compito
costituzionalmente rilevante attribuitogli: quello di esprimere un
potere di apprezzamento che deve porre i singoli nelle condizioni
di instaurare un rapporto di responsabilità democratica con la
base.
Precipitati concreti di tale
approccio, a titolo non esaustivo, sono:
• rapporto con la
componente laica, in una chiave di leale collaborazione
nell'attività di amministrazione, che si dovrà tradurre in un patto di consiliatura
sui temi che attengono più direttamente all'indipendenza della
magistratura; tra questi, in primis, l'art. 2 del d.lgs.
31.5.1946, n. 511 (cd.
legge sulle guarentigie), da inten-dersi non come strumento
diretto alla dissennata e spasmodica conoscenza di atti giudiziari
di indagine, ma come tutela del prestigio della funzione
giudiziaria;
• adozione di risoluzioni regolamentari che
individuino i comportamenti precursori o spia di pratiche
consiliari scorrette o di motivazioni esogene che
possono porre a rischio la regolarità dell'azione
amministrativa;
• potenziamento
dell'autonomia della struttura tecnica del
consiglio attra-verso una modifica dei procedimenti
diretti alla selezione dei magistrati addetti;
• progressiva riduzione
degli incarichi esterni non codificati attraverso una
limitazione dell'appalto di funzioni proprie del Consiglio;
• verifica della
permanenza delle condizioni essenziali ed
imprescindibili per l'esercizio della funzione di
autogoverno di laici e togati.
CRITERI DI PRIORITA' DEL
CONSIGLIO
1) Invertire l'approccio
produttivistico: negli ultimi anni la produttività media
dei magistrati italiani ha registrato un'impennata eccessiva che va
senz'altro a detrimento della qualità del prodotto
giurisdizionale, conseguenza più perniciosa in ambiti, quali
quello della Cassazione, in cui deve essere assicurato altresì un
ruolo nomofilattico.
2)
Bloccare il processo di disgregazione nel quale è ormai
incanalato l'Uf-ficio del Massimario e del Ruolo: ormai i
magistrati allo stesso addetti vengono utilizzati al fine precipuo
di porre rimedio estemporaneo a situazioni emergenziali (vedi la
recente legge sul bilancio di applicazione in via esclusiva alla
sezione tri-butaria della Cassazione); in un'epoca in cui
l'approccio produttivistico (v. infra) non di rado
preclude ai magistrati la possibilità di una lettura per esteso,
organica e sistematica delle sentenze, il ruolo di direzione e di
tutore della uniformità merita, semmai, di essere potenziato,
assicurando una elevata qualità nelle attività di sele-zione dei
provvedimenti e di stesura delle relative massime.
3) Semplificare la
normativa secondaria, sia riducendo gli adempimenti
bu-rocratici ed amministrativi che coinvolgono periodicamente i
magistrati (a titolo esemplificativo, in occasione dell'autorizzazione
all'espletamento di incarichi ex-tragiudiziari), evitando il
continuo cambiamento dei procedimenti, soprattutto sotto il profilo
della modulistica attinente ai dati personali ed alle autorelazioni; sia
riducendo i campi di intervento, evitando che continue risoluzioni su linee guida e
buone prassi sconfinino di fatto nel campo dell'attività
giurisdizionale riservato ai magistrati e non al Consiglio.
4) Assicurare
l'uniformità dell'autogoverno decentrato, eventualmente
attraverso verifiche
periodiche nei distretti, valorizzando, tra l'altro, il
ruolo e i com-piti delle commissioni flussi e
pendenze. Tali organi, il Consiglio giudiziario,
le osservazioni e i rilievi del Consiglio devono essere meccanismi
stabili dell'autogo-verno, nell'ambito di una interlocuzione
costante con il dirigente.
5) Nell'ambito
della giurisprudenza disciplinare, estendere
tendenzialmente le garanzie
processualpenalistiche al relativo procedimento
disciplinare: i compo-nenti dell'apposita sezione, pur nel rispetto
della assoluta autonomia di giudizio e di interpretazione,
prenderanno a modello del proprio esercizio della giurisdizione
disciplinare esclusivamente quello di derivazione costituzionale,
evitando di incor-rere in formalismi ed automatismi
decisionali. Occorre chiarire ulteriormente nella
giurisprudenza che i magistrati non possono rispondere per fatti
riconducibili a carenze e negligenze esterne o indipendenti dal
loro operato.
6) Introdurre un decalogo
delle funzioni dei fuori ruolo, operando un distinguo tra
quelle rilevanti per la giurisdizione e l'autogoverno e quelle a
tal fine non rilevanti.
7) Marginalizzare i
vincoli che impediscono il passaggio fra requirenti e
giudicanti.
8)
Potenziare le sedi disagiate, favorendo il ricorso
alle soluzioni
endodistrettuali ed incentivando il trasferimento, su
domanda, alle stesse non già (e, comunque, non solo) attraverso la
leva economica, ma, soprattutto, mediante il riconoscimento di punteggi
aggiuntivi.
9) Prestare la
massima attenzione alla predisposizione delle "direttive"
per la formazione dei MOT e delle "linee programmatiche" per la
formazione permanente, che la legge prevede vengano
formulate alla Scuola Superiore della Ma-gistratura (artt. 2 e 5
d.lgs. n. 26/2006): la formazione dei magistrati qualifica la
giurisdizione valorizzandone libertà ed indipendenza ed è, quindi,
settore di piena rilevanza per l'organo di autogoverno.
10) Diffondere
la consapevolezza sul fatto che l'informatica, pur se utile, non
può da sola risolvere i problemi della giurisdizione; e che il
processo telematico, da tempo operativo in civile
e prossimo al debutto anche in penale, non può essere utilizzato
per 'cancellierizzare' l'attività del giudice.
SETTORI NEI QUALI IL CSM
SI DOVRA' MUOVERECON LO SCOPO DI PERSEGUIRE OBIETTIVI
PRECISI
1) Valutazioni di
professionalità
Il sistema delle valutazioni di
professionalità è dimostrazione della serietà dell'autogoverno nel
controllo del lavoro dei magistrati. I capisaldi di questo
meccanismo devono essere:
a) la
contrarietà a fonti esterne alla magistratura ed al coinvolgimento
degli avvocati;
b) la
contrarietà alle cosiddette valutazioni incrociate tra Tribunale e
Procura, e viceversa ;
c)
valutazioni non astratte, ma che tengano in debito conto le
condi-zioni ed i carichi di lavoro;
d)
l'esclusione dell'incidenza automatica - in assenza, cioè, di altre
condizioni - sulle valutazioni delle sanzioni disciplinari per
ritardi;
e)
l'esclusione del vincolo di pregiudizialità delle decisioni del
giudice penale.
2) Nomine e conferme
direttivi e semidirettivi
a) Il
Consiglio dovrà:
• favorire
l'approfondimento dell'istruttoria amministrativa, privi-legiando,
laddove possibile anche l'audizione dei candidati da parte della
Commissione, al fine di giungere il più possibile
all'individuazione del dirigente giusto rispetto al posto e al
ruolo che dovrà ricoprire; in ogni caso, favorire tali
approfondimenti istruttori dinanzi al competente con-siglio
giudiziario dell'aspirante al posto messo a concorso, allo scopo di
potenziare, nonché di affinare, i meccanismi di valutazione
attitudinale;
• sottrarre
il conferimento degli incarichi direttivi alla logica della
"spartizione", impedendo concretamente che determinate disfunzioni
siano favorite da norme del regolamento che consentono una
trattazione in commissione cronologicamente non vincolata o una
trattazione con-giunta di più pratiche al Plenum;
•assicurare
una maggiore pesatura degli indicatori, valorizzando in particolar
modo le qualità tecniche ed umane manifestate nello svolgimento
dell'attività giurisdizionale e le capacità organizzative dei
candidati;
• evitare la
reintroduzione surrettizia dell'anzianità, riducendo la scelta del
dirigente ad un 'premio alla carriera'.
b) Ferma
restando la disponibilità ad apportare modifiche al TU, è
necessario osservare i seguenti criteri:
• estensione
dei provvedimenti a campione per la valutazione delle attitudini
dei semidirettivi;
• valutazioni
più preganti in occasione della verifica quadriennale dei direttivi
e dei semidirettivi.
c) Il
Consiglio dovrà
• assicurare
la formulazione della proposta in commissione, da parte del
relatore, entro termini certi;
• evitare
meccanismi perniciosi di "compensazione";
• garantire
una trattazione trasparente e calendarizzata (soprattutto,rispetto
alle vacanze) degli argomenti all'ordine del giorno;
• escludere
la possibilità di una revoca della domanda successivamente alla
formalizzazione della proposta da parte della commissione.
3) Collocamento fuori
ruolo e ritorno alla giurisdizione
a) E'
necessario rimeditare l'assunto per il quale il magistrato che
abbia esercitato funzioni diverse da quelle giudiziarie possa
direttamente accedere ad incarichi direttivi o semidirettivi prima
del decorso di un con-gruo lasso temporale.
b) Premesso
che l'individuazione del soggetto maggiormente idoneo a rivestire
un determinato incarico dirigenziale deve articolarsi e
perfe-zionarsi nell'esclusivo interesse dell'ufficio giudiziario
coinvolto, occor-rerebbe confrontarsi con un rigoroso indice
decrescente, a seconda della prossimità o meno alla giurisdizione,
dei criteri di differenziazione, anche in chiave attitudinale,
delle funzioni non giudiziarie fino a quel momento svolte
(incarichi presso la SSM, collocamenti presso l'Ufficio del
Mas-simario della Corte di Cassazione o come assistente di studio
alla Corte Costituzionale o, infine, presso dipartimenti
ministeriali).
4)
Trasferimenti
Il C.S.M. deve impegnarsi a
deliberare i bandi (cc.dd. bollettoni) due volte l'anno, stimolando
la contestuale adozione da parte del ministero dei dd.mm. di
tramutamento, onde favorire la contestualità tra trasferimenti e
nuovi "arri-vi" negli uffici; con l'obiettivo di mantenere
costantemente coperti gli organici degli Uffici, soprattutto di
medie e piccole dimensioni occorre, cioè, non con-sentire
trasferimenti effettivi fino a quando il posto del trasferito non
sia stato già, almeno formalmente, coperto.
5) Mutamento di
funzioni
Il Consiglio dovrà:
a)
sollecitare una revisione dell'attuale assetto normativo in
materia, che ha sostanzialmente creato una separazione delle
funzioni (rendendo di fatto molto rari i casi di un loro
mutamento), proponendo al legislatore una rivisitazione dei limiti
temporali e territoriali al passaggio delle stesse (ad esempio,
prevedendo una incompatibilità al mutamento di funzioni limitato al
circondario del Tribunale di appartenenza) e tenendo sempre
presente che il nostro ordinamento già disciplina gli istituti
delle incompatibilità, dell'astensione e della ricusazione;
b) sul piano
della normativa secondaria, introdurre incentivi che favoriscano il
trasferimento di funzioni.
6) Accesso alla
magistratura: prospettive di riforma
Occorre prendere atto del
sostanziale fallimento del modello di forma-zione pubblica dei
futuri magistrati allestito mediante l'istituzione delle S.S.P.L. e
rilanciare la proposta di ritorno al precedente modello di ac-cesso
alla magistratura, con la possibilità di partecipare al concorso
dopo avere conseguito la laurea o, al più, dopo aver positivamente
concluso il tirocinio formativo presso gli uffici giudiziari.
7) Permanenza
decennale
E' necessaria una rivisitazione
dei limiti di permanenza decennale, a fronte di una normativa
primaria e secondaria che spinge sempre più verso la
specializzazione e la professionalità del magistrato; seppure a
legislazione primaria invariata, certamente le circolari debbono
essere migliorate laddove le funzioni sono in qualche misura
equiparabili a soggetti sottratti all'applicazione del limite di
decennalità (si pensi agli uffici aventi dimensione distrettuale,
come gli appartenenti alle Sezioni imprese) o laddove la permanenza
nelle funzioni non crei alcun serio problema di opacità o di
vulnus alla terzietà (è il caso della imposta rotazione
fra gruppi di reati diversi nelle Procure).
8) Carichi
esigibili
Non ci si può accontentare
dell'obiettivo minimale di intendere i carichi come una quantità di
lavoro superata la quale non possono essere mossi alcuni rilievi
disciplinari (quali, ad esempio, quelli concernenti i ritardi nel
deposito delle motivazioni), ma occorre muovere dal presupposto che
non è possibile svolgere, con l'attenzione, la cura e la qualità
che sono dovute per l'esercizio della giurisdizione, una quantità
di lavoro superiore ad una certa soglia.
Il carico massimo che può essere
assegnato a ciascun giudice deve essere indi-viduato sulla base dei
seguenti parametri.
a) criterio
decrescente di priorità;
b)
individuazione dello standard di rendimento alla luce del parametro
ordinario di diligenza;
c)
concertazione interna a ciascun ufficio, nell'ottica di
individuare, tra gli obiettivi del programma di gestione, la
"riduzione della durata dei procedimenti concretamente
raggiungibili nell'anno in corso", tenendo conto in
concreto anche della "diversa esperienza" dei giudici addetti ai
singoli settori.
9) Benessere
organizzativo e pari opportunità
a) Occorre
promuovere e mantenere il benessere fisico, psicologico e sociale
dei soggetti coinvolti, attraverso gli strumenti della
"motivazione", della "collaborazione", del "coinvolgimento", della
"partecipazione nelle scelte e decisioni", della "flessibilità"
(cfr. Titolo IV della circolare sulla formazione delle tabelle
degli uffici giudiziari per il triennio 2017/2019).
b) E'
necessario rendere compatibile l'attività lavorativa assegnata in
concreto al magistrato con alcune sue peculiari condizioni
personali: gravidanza, genitorialità, obblighi di cura in
generale.
c) Il
prossimo Consiglio dovrà:
• attivarsi
per monitorare in maniera continuativa l'effettiva applicazione
degli strumenti già riconosciuti dalla circolare per garantire la
tutela della genitorialità e le esigenze di cura;
• assicurare
una maggiore partecipazione dei giudici alle scelte organiz-zative
dell'ufficio ed alla creazione di progetti condivisi, favorendo
l'ado-zione di best practices che possano essere in futuro
condivise;
• predisporre
nuovi e più adeguati strumenti organizzativi per affrontare le
scoperture derivanti dalle maternità, soprattutto negli uffici di
piccole dimensioni;
• prestare
maggiore attenzione al Comitato Pari Opportunità presso il
Consiglio, il quale dovrà attivarsi per il ripristino di condizioni
di partenza paritaria tra i due generi, favorendo altresì la
predisposizione di progetti specifici (si pensi alla istituzione di
asili nido aziendali).
10) Gestione delle
risorse finanziarie e strumentali
In forza dell'art. 3 del decreto
legislativo n. 240 del 2006, la detta gestione e le funzioni di
funzionario delegato alla spesa sono state attribuite a dirigenti
amministrativi, così come riconosciuto dallo stesso CSM nella
delibera del 14 giugno 2017. Ciò nonostante, negli atti di
determina per le forniture di beni, servizi e lavori, la direzione
generale risorse materiali e tecnologie continua a conferire
deleghe ai capi degli Uffici per l'espletamento di tutte le
attività necessarie al compimento delle procedure di gara,
individuando quelli distrettuali quali funzionari delegati alle
spese. I pericoli che si annidano dietro questa impostazione
sono:
a) sottrarre
energie e risorse alla organizzazione e alla garanzia del delicato
esercizio della giurisdizione;
b) nel caso,
ad esempio, degli ormai frequenti esposti all'ANAC, ri-schia di far
percepire, come condizionabili e compromessi verso il mondo
economico i capi degli uffici giudiziari;
c) esporre i
capi degli uffici a responsabilità connesse ad attività che
esondano dalle loro specifiche competenze.
Il Consiglio
si dovrà impegnare affinché, una volta per tutte, sia attribuita ai
dirigenti amministrativi la gestione delle risorse economiche, come
previsto dalla legge.
11) Magistrati
distrettuali
Andrà rivisitata la scelta
dell'attuale Consiglio di dimezzare l'organico dei ma-gistrati
distrettuali, il cui numero, al contrario, dovrà essere
significativamente aumentato con l'adozione di ulteriori incentivi
che rendano la funzione mag-giormente appetibile.
12) Ferie
Il Consiglio dovrà
assicurare:
a) il
rispetto, da parte dei dirigenti, della circolare, soprattutto
avuto riguardo ai periodi cc.dd. cuscinetto, da individuarsi in
termini più precisi;
b) il
monitoraggio sull'uniformità di applicazione della normativa.
13) Organizzazione delle
Procure
La circolare del Csm del 16
novembre 2017 non è un traguardo, ma un punto di
partenza.
a) Punti
fermi:
• il potere
organizzativo affidato al Procuratore della Repubblica deve es-sere
esercitato con chiarezza e trasparenza;
• il
confronto all'interno dell'ufficio non deve essere formale ed
una tantum, ma tradursi in una effettiva e progressiva
partecipazione dei magitrati ai processi decisionali; in
quest'ottica, il Consiglio Superiore deve garantire lo sviluppo di
"modelli di direzione partecipata" delle
Procure;
• l'oggettiva
accentuazione del ruolo del Procuratore della Repubblica
determinato dalla legge n. 106/2006 deve essere interpretata
secondo un principio di gerarchia di tipo esclusivamente
organizzativo, riconoscendo al Procuratore il potere di imprimere
le linee di indirizzo circa l'adozio-ne, da parte degli Aggiunti e
dei Sostituti, di criteri omogenei ai fini delle determinazioni
inerenti il promovimento dell'azione penale nel rispetto delle
garanzie di autonomia e di indipendenza che la Costituzione
assicura a tutti i Magistrati, giudici e P.M..
b) Obiettivi
da perseguire:
• nel
prossimo futuro, sarà fondamentale assicurare coerenza a tali
soluzioni attraverso un'interpretazione dei singoli istituti che
sia funzio-nale alla salvaguardia dei principi costituzionali
innanzi richiamati, con particolare riferimento alla disciplina di
maggior dettaglio dei Progetti or-ganizzativi, alla
procedimentalizzazione e partecipazione del sistema di adozione e
modifica degli stessi, al ruolo ed alle prerogative dei Procuratori
Aggiunti, ai delicati temi delle assegnazioni/revoche ai Sostituti
e dei visti sui relativi provvedimenti;
• andrà
sempre più valorizzato il modello di Procuratore autorevole, che si
confronta con il singolo sostituto e con i suoi collaboratori, ma
che per primo si sente vincolato dalle scelte e dai criteri che ha
inteso affermare preventivamente;
• l'attività
di autogoverno, in ultima analisi, dovrà dar prova di una capa-cità
di adattamento rispetto ai nuovi istituti, ma anche di fermo
intervento allorquando dovessero venire ad emergere prassi difformi
rispetto all'in-terpretazione costituzionalmente orientata della
normativa primaria ed ai principi informatori sottesi alla
circolare stessa.
14) Riforma
dell'ordinamento penitenziario
L'attuazione del decreto
legislativo di riforma dell'ordinamento penitenziario, approvato in
attuazione della legge 23 giugno 2017, n. 103, richiede l'impie-go
di risorse. Occorrerà vigilare ed intervenire puntualmente, onde
evitare che eventuali carenze di funzionamento incidano sulla
percezione pubblica della si-curezza e vengano ingiustamente
attribuite al lavoro degli operatori di giustizia.
15) Magistratura
onoraria
a) Il ruolo
della magistratura onoraria è fondamentale per garantire la
trattazione dei procedimenti in tempi ragionevoli e per il
funzionamento complessivo della "macchina" giustizia, che ha
bisogno di magistrati non togati organici agli uffici
giudiziari;
b) le
disposizioni che ne riducono l'impiego o non ne riconoscono le
prerogative sono un ostacolo evidente all'efficienza degli
uffici;
c) l'esigenza
di stabilizzazione deve essere garantita, pur senza tradursi in un
accesso surrettizio nei ruoli della magistratura ordinaria;
d) occorre
valorizzare la previsione contenuta nel par. 181.2 della circolare
per la formazione delle tabelle, prevedendo, in presenza di
significative carenze nell'organico dell'ufficio, l'assegnazione ai
magistrati onorari del ruolo delle esecuzioni mobiliari, la
possibilità di delegare agli stessi l'espletamento dell'attività
istruttoria, purchè non complessa, con riferimento ai mezzi
previamente ammessi dai giudici togati e con la delimitazione
rigorosa degli ambiti applicativi di tale attività di supporto,
nonché la definizione di alcune tipologie di procedimenti connotate
dalla semplicità e non involgenti diritti indisponibili,
e) è
necessario favorire, in presenza dei relativi presupposti, il
ricorso ai modelli dell'"affiancamento" (da impiegare soprattutto
nei proget-ti di smaltimento dell'arretrato), della delega per
l'attività preparatoria o istruttoria della causa e
dell'assegnazione di un ruolo autonomo anche in situazioni che
prescindano da una "mancanza" duratura, dipendente dalle cause più
varie (malattie, congedi ordinari e straordinari, ecc.).
COMPITI PROPULSIVI E
PROPOSITIVI DEL CONSIGLIO
Nel corso del prossimo mandato il
Consiglio dovrà:
1) implementare
il proprio ruolo propositivo nei confronti del Ministro del-la
Giustizia (art. 10, comma 2, legge 195/1958), affinché si riducano
le enormi vacanze di
organico dei magistrati e del personale
amministrativo;
2) sollecitare
una riflessione, a distanza di sei anni dal d.lgs. n. 155/2012,
circa la necessità di aggiustamenti e/o correzioni sulle circoscrizioni
giudiziarie e sulle piante organiche: non è
più sostenibile l'aumento di funzioni "a costo zero", come
è accaduto di recente, ad esempio, per le sedi giudiziarie
distrettuali;
3) sollecitare
l'Amministrazione a dare piena attuazione alla riforma che ha
sancito il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, in
particolare mediante un potenziamento del sistema delle Rems
(Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza verso
soggetti incapaci di intendere e di volere, socialmente
pericolosi), allo stato del tutto insufficiente per mancanza di
posti disponibili;
4) invitare il
legislatore a:
a) prolungare
la durata dei tirocini
formativi, nell'ottica di non disperdere il contributo
assicurato dagli "stagisti" proprio nel momento in cui, verso la
fine del percorso formativo, si raccoglierebbero maggiormente i
frutti del lavoro;
b) prevedere
la possibilità, una volta concluso con esito positivo il periodo di
tirocinio, di essere assunti come "assistente del giudice" per un
periodo di tempo significativo (tre, quattro anni);
c) stabilire
una retribuzione per le attività svolte, onde rendere il ruolo
dell'assistente dignitoso ed efficace.
5) vigilare e
proporre perché non sia consentito additare le Procure della
Repubblica per le difficoltà operative o per le prevedibili
limitazioni che deriveranno (soprattutto con riferimento al diritto
di difesa di indagati meno abbienti e al diritto di informare ed
essere informati), in sede applicativa, dalla nuova legge sulle
intercettazioni.
In quest'ottica:
a) gli Uffici
devono essere dotati di archivi informatici, software gestionali
adeguati, idonei spazi per gli archivi;
b) vanno
chiarite le nuove modalità di archiviazione delle conversa-zioni e
di accesso da parte degli avvocati;
c) va risolto
"l'enigma" del controllo sull'operato della p.g. delegata agli
ascolti nella fase di selezione delle conversazioni ritenute
irrilevanti;
6) valorizzare,
in genere, il potere di interlocuzione con il legislatore sui punti
di interesse sensibile legati alla centralità della
giurisdizione;
7) richiedere al
Parlamento una normativa primaria che disciplini lo status
dei magistrati che abbiano svolto attività politica nelle
assemblee nazionali o negli enti locali, prevedendo il
rientro nell'attività professionale con impossibilità di svolgere
funzioni giurisdizionali.